Oggi è una stupenda mattina di maggio. Silvia lo sente nell’aria il profumo di una giornata speciale.Come una sottile vibrazione che solo lei riesce a percepire, l’eccitazione la pervade dalla testa ai piedi. Certo, i piedi Silvia non li sente, ma sa che se potesse avere la sensibilità che le manca, anche loro vibrerebbero della stessa felicità che adesso le accelera i battiti del cuore.
Oggi è un giorno meraviglioso non solo perché è domenica. Oggi Silvia compie quindici anni! Un’età importante. Tuttavia la ragazza non si sente “adulta”. Anche stanotte ha dormito con il peluche a forma di tirannosauro che suo padre le regalò sette anni fa. E’ un po’ acciaccato il vecchio Rex, ma Silvia non se ne è mai voluta separare. Lo ha sempre messo in valigia in tutti i viaggi che ha fatto verso le cliniche specializzate, in mezza Italia ed una volta perfino in Svizzera. Perché la quindicenne Silvia è nata con una malformazione alla colonna vertebrale che le impedisce di muovere le gambe.
Il vecchio Rex ha un suo posto anche sulla carrozzina che Silvia usa da sempre per muoversi. Per lei è un vero amico, e non solo perchè è l’ultimo regalo che le ha fatto suo padre prima di lasciare la famiglia, prima di “rifarsi una vita”, come ama ripetere sua madre.
Silvia stiracchia il suo corpo, ancora intorpidito dal sonno, indecisa se abbandonare il letto o crogiolarsi ancora un po’ nel torpore. Ma poi spalanca gli occhi e decide: oggi è un giorno speciale, e va vissuto il più a lungo possibile!
Con movimenti che ormai compie con invidiabile fluidità, si sposta dal letto alla carrozzina. Sistema con cura Rex, e poi si dirige in cucina, per salutare la mamma. La casa è silenziosa. Silvia nota il post-it giallo fluorescente appiccicato sulla superficie a specchio del frigorifero.
“Sono uscita presto per sbrigare una commissione. Torno per pranzo. La colazione è pronta in tavola. Auguri!!! T.v.b.“
Ma certo! Una commissione!!! La mamma sarà uscita per comprare la torta o il regalo! Quindici anni! Si, magari una piccola cosa, solo un pensiero. Perché Silvia lo sa che lei e la mamma non “navigano nell’oro”. Anche l’ultimo lavoro che lei ha trovato è durato poco.
La crisi è una gran bella scusa per non pagare i dipendenti, e così, al secondo mese consecutivo in cui il datore di lavoro non le ha pagato lo stipendio, la mamma lo ha mandato a quel paese. Pochi soldi, tante spese. Ma Silvia queste cose le sa, non è più una bambina. Mamma tornerà forse con un nuovo libro o un DVD sui dinosauri, ben incartato e con il fiocco su.
Si, perchè la passione di Silvia per i dinosauri va aldilà dell’affetto per il pupazzo Rex. Lei vuole diventare paleontologa, ma già adesso sa molte cose su quei giganti del passato! E poi, adesso, con quella nuova invenzione che finalmente gli scienziati del CERN hanno perfezionato, il passato non avrà più segreti!
Già, perché la macchina del tempo, da quasi tre anni, è diventata una realtà!
Ancora con qualche limite, perché si può andare solo nel passato e ritornare poi nello stesso momento in cui si è partiti, ma vuoi mettere la possibilità di vedere i dinosauri dal vivo?
Silvia sogna ad occhi aperti il momento in cui potrà guardare negli occhi un vero tirannosauro! Che momento indimenticabile! Un attimo! E se il regalo che le ha fatto mamma fosse proprio un biglietto per un viaggio nel passato???
No, no… Silvia sa che un viaggio nel tempo costa parecchio. E si rende anche conto che ultimamente sono aumentate le volte in cui nel piatto c’è mezza cotoletta e niente contorno.
Ma chi se ne importa! Oggi è un giorno speciale, e qualsiasi sia il regalo che la mamma le farà, sarà una cosa meravigliosa. E poi, forse, papà si ricorderà di che giorno è oggi, e magari la chiameròà per farle gli auguri. Anche solo un SMS andrebbne bene. Chissà!
Le ore passano tranquille. Un po’ di musica in sottofondo, matite, colori e carta ben in ordine sulla scrivania, e Silvia inizia a disegnare… si! Un dinosauro! Il professore d’arte, a scuola, dice sempre alla mamma che Silvia ha un talento innato per il disegno. Se dovesse canbiare idea, invece che paleontologa potrebbe diventare un’artista coi fiocchi.
Intanto si è fatto mezzogiorno e si sente una chiave girare nella toppa della portone. Mamma è tornata! E speriamo che il regalo lo abbia preso davvero!
Silvia si precipita all’ingresso. La mamma l’abbraccia. “Auguri, Silvietta!“.
“Mamma, devi per caso darmi qualcosa?“
Lo sguardo impertinente della ragazza scorre le mani della madre. Ma già i suoi occhi hanno intravisto la busta arancione che fa capolino dalla borsa della donna.
La busta arancione! L’ha vista tante volte pubblicizzata in tv! Sa di cosa si tratta! In quella busta può esserci solo una cosa!
Senza aspettare che la mamma faccia un gesto, sfila la busta dalla borsa e… resta senza fiato.
Il logo di un orologio con le lancette che scorrono al contrario e quel nome… “Rivivo“… La società di viaggi nel tempo!!!
“Mamma! Ti sarà costato una fortuna! Ma come hai fatto?“
La mamma sembra rabbuiarsi. Silvia invece ha le lacrime che le scendono sul viso per la gioia.
“Bambina mia. Forse è meglio che ti spieghi qualcosa. Si. il biglietto è un regalo per te, ma non sarai tu a partire.“
Silvia, incredula, crede di non aver capito. Resta ad ascoltare imbambolata quanto la madre sta dicendo. Ma non è sicura di recepire appieno il significato.
“Vedi, Silvietta… la nostra situazione è disperata. Io non ho lavoro. Tuo padre ormai è irreperibile. Ma lo sai che non mi versa gli alimenti da sei mesi? Quel bastardo…“
Silvia sembra precipitata in un incubo. Non era così che si aspettava di vivere quella giornata.
“Fra poco dovremmo lasciare la casa. Non pago l’affitto da mesi ormai. E tu? Dovremmo fare le visite di controllo, ma i soldi del viaggio non ci sono. Ricordi cosa hanno detto i medici l’ultima volta, vero? Potrebbe sopraggiungere un peggioramento improvviso della tua malattia.
Potresti rimanere totalmente paralizzata da un momento all’altro, piccola mia…“
Silvia stringe a se Rex come se fosse lui la cosa da proteggere
“E poi ti sarai accorta che ormai è diventato difficile persino mettere insieme il pranzo con la cena. Non so se riuscirai a frequentare la scuola l’anno prossimo. Accidenti, non so nemmeno se avremo ancora un tetto sulla testa, l’anno prossimo!“
Adesso è la mamma di Silvia a piangere.
“Ma i soldi per il biglietto… come li hai avuti?“
“Ho fatto sacrifici e rinunce per averlo. Ho smesso perfino di fumare per risparmiare.“
Silvia è sempre più confusa.
“Ma hai detto che il viaggio non è per me… chi allora…“
“Io, Silvia! La tua mamma viaggerà nel tempo…“
“Ma… per fare cosa?“
Silvia adesso vorrebbe piangere di disperazione. La mamma vuole andare indietro nel tempo e… forse abbandonarla al suo destino? Le lacrime non riescono ad uscire.
“Io e tuo padre ci eravamo conosciuti da poco. Eravamo freschi di laurea e frequentavamo un stage di specializzazione in economia negli Stati Uniti. A ferragosto ci fu una festa fra tutti gli stagisti. Spiaggia, falò, qualche bicchiere di troppo. Ma fu bellissimo, davvero! Lì, sulla spiaggia, mentre il sole nasceva all’orizzonte, ti abbiamo concepita. Certo, io e tuo padre non stavamo nemmeno assieme. Ma due mesi dopo, ritornati in Italia, lo chiamai per dirgli che ero incinta e che il DNA non lasciava dubbi. Fu subito disposto a prendersi le sue responsabilità. Mi disse che avrei scelto io se mandare avanti la gravidanza o interromperla. In ogni caso lui mi sarebbe stato accanto. Io decisi di tenerti e lui accettò di sposarmi. Tra la gravidanza ed i problemi che sorsero con la tua malattia, io dovetti abbandonare il sogno della mia vita. Niente carriera, stop, fine! Quello per cui avevo lavorato una vita se ne andava via in pochi mesi.“
Silvia non riusciva più a capire se stava vivendo la realtà o un incubo. Ok, non era stata una bambina desiderata, però…
“Amore mio, piccola Silvia! Ma io, nonostante tutto, ti ho voluto bene lo stesso! Solo che adesso il progresso, la scienza oppure Dio, non so, mi da la possibilità di sistemare le cose! Tu non sei felice, povera e storpia sulla tua carrozzina! Non avrai mai la possibilità di essere felice! Non avrai mai un ragazzo, non potrai correre, avere figli! Nemmeno tu potrai mai realizzare i tuoi sogni! Credi che sapere questo non renda anche me profondamente triste?“
“Si, mamma… credo di capirlo ma… cosa vuoi fare con questo biglietto?“
“Io tornerò indietro nel tempo, al giorno in cui io e tuo padre ci siamo sposati. Subito dopo il matrimonio andrò in clinica e… oh, mio Dio, Silvia! Ti farò diventare un piccolo angelo, amore mio!“
Silvia sente dentro qualcosa che si spezza. Forse il cuore, forse il legame con sua madre, forse quello con l’intero genere umano.
“Ma… mamma… allora non sarebbe meglio tornare indietro, al momento in cui tu e papà, sulla spiaggia…“
“Ci ho pensato, piccola, ma poi mi sono detta che, in fondo, io amo tuo padre! Se non fossi rimasta incinta non lo avrei mai sposato! Ho una possibilità di ricreare il rapporto con lui dall’inizio, di non fare gli stessi errori. Ma senza quella notte sulla spiaggia niente sarebbe possibile. E poi, piccola, tu non puoi capire in che modo, ma quella notte è stata magica! Non me la sento di rinunciare alla cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita!“
“Se questo… ti potrà rendere felice, mamma…“
“Si! Si, piccolo amore mio! E anche se non sarò felice io, almeno non trascinerò nell’infelicità anche te! Spero tu apprezzerai il sacrificio e la sofferenza che questo comporterà per me. Ma la tua serenità conta più di tutto!“
La mamma asciuga il viso di Silvia con un fazzoletto di carta.
“Su, piccola! Oggi è la tua festa! Non devi essere triste! Mamma ti ha fatto il più bel regalo che poteva. Sta per ridarti la serenità! E adesso… la torta! E’ il tuo ultimo compleanno! Soffia sulle candeline, amore! Tanti auguri a te! Tanti auguri a te!“