“Centoquarantaquattromila – La carne e il sangue”

Un romanzo che apre numerosi interrogativi sulla fede e sui diversi modi di interpretarla e professarla. Una storia che si dipana lungo otto secoli e che vede contrapposte due Organizzazioni segrete che si fronteggiano. Uno scrittore ed una studiosa di storia saranno chiamati a sventare i piani per un nuovo Olocausto che potrebbe cambiare per sempre il corso della storia del Mondo occidentale.

Il link permette di accedere all’anteprima del libro e di poterne leggere le prime pagine:

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=630025


“I servi del silenzio” – Opera prima di Marino Fracchioni

Un romanzo che non è un romanzo. Una storia di intrighi, tra servizi segreti, lotta alla criminalità organizzata e solitudini dettate da un mestiere che, aldilà delle smargiassate hollywoodiane alla 007, non ha nulla di poetico o eroico, se non nell’intimo di chi sa che, in quel momento, sta compiendo il proprio dovere. Victor, il protagonista della storia, è un italiano che si troverà a lavorare per i servizi segreti spagnoli e che ci introdurrà nel suo mondo, in cui tutti si muovono dentro e fuori i confini della legalità, allo scopo di raggiungere un più alto obbiettivo. Tutto rigorosamente ispirato ad una storia vera.
Qui una breve presentazione del libro:

E qui il link alla pagina di Amazon in cui è possibile acquistare direttamente il romanzo:


Un meraviglioso compleanno

Oggi è una stupenda mattina di maggio. Silvia lo sente nell’aria il profumo di una giornata speciale.Come una sottile vibrazione che solo lei riesce a percepire, l’eccitazione la pervade dalla testa ai piedi. Certo, i piedi Silvia non li sente, ma sa che se potesse avere la sensibilità che le manca, anche loro vibrerebbero della stessa felicità che adesso le accelera i battiti del cuore.

Oggi è un giorno meraviglioso non solo perché è domenica. Oggi Silvia compie quindici anni! Un’età importante. Tuttavia la ragazza non si sente “adulta”. Anche stanotte ha dormito con il peluche a forma di tirannosauro che suo padre le regalò sette anni fa. E’ un po’ acciaccato il vecchio Rex, ma Silvia non se ne è mai voluta separare. Lo ha sempre messo in valigia in tutti i viaggi che ha fatto verso le cliniche specializzate, in mezza Italia ed una volta perfino in Svizzera. Perché la quindicenne Silvia è nata con una malformazione alla colonna vertebrale che le impedisce di muovere le gambe.

Il vecchio Rex ha un suo posto anche sulla carrozzina che Silvia usa da sempre per muoversi. Per lei è un vero amico, e non solo perchè è l’ultimo regalo che le ha fatto suo padre prima di lasciare la famiglia, prima di “rifarsi una vita”, come ama ripetere sua madre.
Silvia stiracchia il suo corpo, ancora intorpidito dal sonno, indecisa se abbandonare il letto o crogiolarsi ancora un po’ nel torpore. Ma poi spalanca gli occhi e decide: oggi è un giorno speciale, e va vissuto il più a lungo possibile!
Con movimenti che ormai compie con invidiabile fluidità, si sposta dal letto alla carrozzina. Sistema con cura Rex, e poi si dirige in cucina, per salutare la mamma. La casa è silenziosa. Silvia nota il post-it giallo fluorescente appiccicato sulla superficie a specchio del frigorifero.
Sono uscita presto per sbrigare una commissione. Torno per pranzo. La colazione è pronta in tavola. Auguri!!! T.v.b.
Ma certo! Una commissione!!! La mamma sarà uscita per comprare la torta o il regalo! Quindici anni! Si, magari una piccola cosa, solo un pensiero. Perché Silvia lo sa che lei e la mamma non “navigano nell’oro”. Anche l’ultimo lavoro che lei ha trovato è durato poco.
La crisi è una gran bella scusa per non pagare i dipendenti, e così, al secondo mese consecutivo in cui il datore di lavoro non le ha pagato lo stipendio, la mamma lo ha mandato a quel paese. Pochi soldi, tante spese. Ma Silvia queste cose le sa, non è più una bambina. Mamma tornerà forse con un nuovo libro o un DVD sui dinosauri, ben incartato e con il fiocco su.
Si, perchè la passione di Silvia per i dinosauri va aldilà dell’affetto per il pupazzo Rex. Lei vuole diventare paleontologa, ma già adesso sa molte cose su quei giganti del passato! E poi, adesso, con quella nuova invenzione che finalmente gli scienziati del CERN hanno perfezionato, il passato non avrà più segreti!
Già, perché la macchina del tempo, da quasi tre anni, è diventata una realtà!
Ancora con qualche limite, perché si può andare solo nel passato e ritornare poi nello stesso momento in cui si è partiti, ma vuoi mettere la possibilità di vedere i dinosauri dal vivo?
Silvia sogna ad occhi aperti il momento in cui potrà guardare negli occhi un vero tirannosauro! Che momento indimenticabile! Un attimo! E se il regalo che le ha fatto mamma fosse proprio un biglietto per un viaggio nel passato???
No, no… Silvia sa che un viaggio nel tempo costa parecchio. E si rende anche conto che ultimamente sono aumentate le volte in cui nel piatto c’è mezza cotoletta e niente contorno.
Ma chi se ne importa! Oggi è un giorno speciale, e qualsiasi sia il regalo che la mamma le farà, sarà una cosa meravigliosa. E poi, forse, papà si ricorderà di che giorno è oggi, e magari la chiameròà per farle gli auguri. Anche solo un SMS andrebbne bene. Chissà!
Le ore passano tranquille. Un po’ di musica in sottofondo, matite, colori e carta ben in ordine sulla scrivania, e Silvia inizia a disegnare… si! Un dinosauro! Il professore d’arte, a scuola, dice sempre alla mamma che Silvia ha un talento innato per il disegno. Se dovesse canbiare idea, invece che paleontologa potrebbe diventare un’artista coi fiocchi.
Intanto si è fatto mezzogiorno e si sente una chiave girare nella toppa della portone. Mamma è tornata! E speriamo che il regalo lo abbia preso davvero!
Silvia si precipita all’ingresso. La mamma l’abbraccia. “Auguri, Silvietta!“.
Mamma, devi per caso darmi qualcosa?
Lo sguardo impertinente della ragazza scorre le mani della madre. Ma già i suoi occhi hanno intravisto la busta arancione che fa capolino dalla borsa della donna.
La busta arancione! L’ha vista tante volte pubblicizzata in tv! Sa di cosa si tratta! In quella busta può esserci solo una cosa!
Senza aspettare che la mamma faccia un gesto, sfila la busta dalla borsa e… resta senza fiato.
Il logo di un orologio con le lancette che scorrono al contrario e quel nome… “Rivivo“… La società di viaggi nel tempo!!!
Mamma! Ti sarà costato una fortuna! Ma come hai fatto?
La mamma sembra rabbuiarsi. Silvia invece ha le lacrime che le scendono sul viso per la gioia.
Bambina mia. Forse è meglio che ti spieghi qualcosa. Si. il biglietto è un regalo per te, ma non sarai tu a partire.
Silvia, incredula, crede di non aver capito. Resta ad ascoltare imbambolata quanto la madre sta dicendo. Ma non è sicura di recepire appieno il significato.
Vedi, Silvietta… la nostra situazione è disperata. Io non ho lavoro. Tuo padre ormai è irreperibile. Ma lo sai che non mi versa gli alimenti da sei mesi? Quel bastardo…
Silvia sembra precipitata in un incubo. Non era così che si aspettava di vivere quella giornata.
Fra poco dovremmo lasciare la casa. Non pago l’affitto da mesi ormai. E tu? Dovremmo fare le visite di controllo, ma i soldi del viaggio non ci sono. Ricordi cosa hanno detto i medici l’ultima volta, vero? Potrebbe sopraggiungere un peggioramento improvviso della tua malattia.
Potresti rimanere totalmente paralizzata da un momento all’altro, piccola mia…
Silvia stringe a se Rex come se fosse lui la cosa da proteggere
E poi ti sarai accorta che ormai è diventato difficile persino mettere insieme il pranzo con la cena. Non so se riuscirai a frequentare la scuola l’anno prossimo. Accidenti, non so nemmeno se avremo ancora un tetto sulla testa, l’anno prossimo!
Adesso è la mamma di Silvia a piangere.
Ma i soldi per il biglietto… come li hai avuti?
Ho fatto sacrifici e rinunce per averlo. Ho smesso perfino di fumare per risparmiare.
Silvia è sempre più confusa.
Ma hai detto che il viaggio non è per me… chi allora…
Io, Silvia! La tua mamma viaggerà nel tempo…
Ma… per fare cosa?
Silvia adesso vorrebbe piangere di disperazione. La mamma vuole andare indietro nel tempo e… forse abbandonarla al suo destino? Le lacrime non riescono ad uscire.
Io e tuo padre ci eravamo conosciuti da poco. Eravamo freschi di laurea e frequentavamo un stage di specializzazione in economia negli Stati Uniti. A ferragosto ci fu una festa fra tutti gli stagisti. Spiaggia, falò, qualche bicchiere di troppo. Ma fu bellissimo, davvero! Lì, sulla spiaggia, mentre il sole nasceva all’orizzonte, ti abbiamo concepita. Certo, io e tuo padre non stavamo nemmeno assieme. Ma due mesi dopo, ritornati in Italia, lo chiamai per dirgli che ero incinta e che il DNA non lasciava dubbi. Fu subito disposto a prendersi le sue responsabilità. Mi disse che avrei scelto io se mandare avanti la gravidanza o interromperla. In ogni caso lui mi sarebbe stato accanto. Io decisi di tenerti e lui accettò di sposarmi. Tra la gravidanza ed i problemi che sorsero con la tua malattia, io dovetti abbandonare il sogno della mia vita. Niente carriera, stop, fine! Quello per cui avevo lavorato una vita se ne andava via in pochi mesi.
Silvia non riusciva più a capire se stava vivendo la realtà o un incubo. Ok, non era stata una bambina desiderata, però…
Amore mio, piccola Silvia! Ma io, nonostante tutto, ti ho voluto bene lo stesso! Solo che adesso il progresso, la scienza oppure Dio, non so, mi da la possibilità di sistemare le cose! Tu non sei felice, povera e storpia sulla tua carrozzina! Non avrai mai la possibilità di essere felice! Non avrai mai un ragazzo, non potrai correre, avere figli! Nemmeno tu potrai mai realizzare i tuoi sogni! Credi che sapere questo non renda anche me profondamente triste?
Si, mamma… credo di capirlo ma… cosa vuoi fare con questo biglietto?
“Io tornerò indietro nel tempo, al giorno in cui io e tuo padre ci siamo sposati. Subito dopo il matrimonio andrò in clinica e… oh, mio Dio, Silvia! Ti farò diventare un piccolo angelo, amore mio!
Silvia sente dentro qualcosa che si spezza. Forse il cuore, forse il legame con sua madre, forse quello con l’intero genere umano.
Ma… mamma… allora non sarebbe meglio tornare indietro, al momento in cui tu e papà, sulla spiaggia…
Ci ho pensato, piccola, ma poi mi sono detta che, in fondo, io amo tuo padre! Se non fossi rimasta incinta non lo avrei mai sposato! Ho una possibilità di ricreare il rapporto con lui dall’inizio, di non fare gli stessi errori. Ma senza quella notte sulla spiaggia niente sarebbe possibile. E poi, piccola, tu non puoi capire in che modo, ma quella notte è stata magica! Non me la sento di rinunciare alla cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita!
Se questo… ti potrà rendere felice, mamma…
Si! Si, piccolo amore mio! E anche se non sarò felice io, almeno non trascinerò nell’infelicità anche te! Spero tu apprezzerai il sacrificio e la sofferenza che questo comporterà per me. Ma la tua serenità conta più di tutto!
La mamma asciuga il viso di Silvia con un fazzoletto di carta.
Su, piccola! Oggi è la tua festa! Non devi essere triste! Mamma ti ha fatto il più bel regalo che poteva. Sta per ridarti la serenità! E adesso… la torta! E’ il tuo ultimo compleanno! Soffia sulle candeline, amore! Tanti auguri a te! Tanti auguri a te!

 


La neve scende bianca anche qui

Sono vivo?
Si, per oggi sono ancora vivo.
Anche se sento sempre meno il mio corpo
anche se il freddo ha preso possesso delle mie ossa
resta la fame a ricordarmi che sono vivo.

L’alba è bianca stamattina.
In qualche angolo ha cancellato i cumuli di sporcizia
questa neve che nella notte è venuta giù silenziosa
e per qualcuno di noi è stata lenzuolo funebre.

Anche oggi faranno la conta.
E sapremo di essere un po’ meno.
Più, meno… addizioni e sottrazioni fra numeri,
perchè questo ora siamo.

Se solo le mie dita funzionassero.
Vorrei poter scrivere quello che provo qui adesso.
Non odio, non amo, non sento nemmeno i miei piedi
dentro le scarpe rotte di cartone che lasciano orme incerte
alle mie spalle.

Se solo la mia mente fosse più lucida!
Cosa desidero adesso?
Fuggire? Mangiare? Riposarmi? Un po’ di calore?
Forse solo il calcio di un fucile sulla schiena
Per capire se sono sveglio davvero.

Perchè siamo qui?
Perchè siamo Ebrei, Zingari,
perchè chiamiamo Dio col suo nome,
perchè abbiamo sentimenti diversi dai loro?

Basta questo per costruire una ferrovia
che porta alle baracche,
chiuse in un abbraccio di filo spinato?
Per meritare croste di pane ammuffito
e freddo e botte e inutili corse attorno al campo?
Per dividere madri, figli, mariti e togliere loro
libertà, nome, dignità?
Basta per inventarsi nuovi modi di uccidere?

Vorrei capire!
Ecco cosa desidero!
Non libertà, non pane, nè un letto o coperte.
Tutto questo non servirebbe a riportare qui i miei compagni,
non farebbe ritornare i miei cari.
Ma voglio capire per quali colpe abbiamo meritato tutto questo.

Ci deve essere una ragione.
Ci deve essere perchè non basta un solo uomo
per concepire tutto questo.
Non può bastare la sola volontà di un pazzo.

Oggi siamo in piedi nelle neve.
Ci cade addosso, sulle spalle curve
Rende la terra ancora più dura e riempie di ghiaccio le fosse

appena scavate.
Non è nostra amica, ma è bianca anche qui.


Qualche commento sull’11 settembre

Ci avviciniamo al decimo anniversario del disastro delle Torri Gemelle, il WTC di New York, avvenuto l’11 settembre del 2001. 

Vorrei esprimere la mia opinione su alcuni punti della teoria “no planes”, facendo un breve riassunto di quel che si sa e quel che si crede di sapere.Per prima cosa, nell’esporre una teoria (appunto perchè finchè non dimostrata tale rimane) bisogna evidenziare prima di tutto i punti non contestabili. A mio avviso, nella “no plane” sono parecchi:
1) non credibile il mancato intervento dell’aviazione militare anche solo nell’intercettare i velivoli dirottati
2) non credibile comportamento fisico degli aerei che impattano le Torri
3) non credibile livello di preparazione dei dirottatori nell’uscire dalla rotta prestabilita, nel ritrovare quella verso il loro obbiettivo, nel centrare con assoluta precisione i bersagli al primo tentativo
4) non credibile cedimento strutturale di 3 su 3 strutture in cemento/acciaio (100% delle strutture prese in esame) e successivo crollo per implosione

Passiamo ora alle evidenze:
a) le immagini “in diretta” sono solo qelle fornite da 2 network che comunque mostrano le stesse immagini (quindi la fonte è una sola)
b) evidente manipolazione cromatica e dei fondali di alcune riprese
c) discordanza fra commenti dei giornalisti in studio (che osservavano le immagini televisive) e quelli in loco (aereo/solo esplosione/esplosioni successive cadenzate ecc)
 
Già in questi pochi punti (ho volutamente tralasciato parecchie altre incongruenze volutamente, sia per le Torri che per il Pentagono ed il quarto aereo “precipitato”) si evince qualcosa che non va nell’intera trama dell’episodio.

Ma esaminiamo più da vicino tutti i punti:
1) la prima e assoluta potenza mondiale che “non si accorge” di 4 (e dico 4) aerei dirottati in simultanea e con i trasponder bloccati… uhm… NO COMMENT!
2) l’aereo viene “ingoiato” dalla Torre (scrivo al singolare perchè le immagini si riferiscono a questa ma, presumibilmente, la stessa sorte tocca al primo aereo perchè anche in questo caso nell’impatto non un solo pezzettino si stacca e cade al suolo al momento dello scontro) senza subire alcun cedimento strutturale di NESSUNA delle sue parti, nemmeno quelle più sottili e cedevoli come parti terminali delle ali e piani di coda). Semplicemente INCREDIBILE (nel senso più etimologico del termine: “non credibile”)
3) Su questo punto giro al buonsenso di chi legge l’intima presa di coscienza del fatto che un Boeing 767 non è una utilitaria. Eppure chi prende la patente nei primi mesi, pur guidando tutti i giorni non è un mago nelle manovre e nei parcheggi, vero? Immaginiamo di dover pilotare un bestione di quel tipo, che non ha solo acceleratore freno e frizione tra i suoi comandi, ma per stare su e volare dove lo si vuole far volare, necessita (pur nell’automazione di cui questi velivoli sono dotati) di una preparazione del pilota acquisita dopo molte ore di simulazione e di volo reale. Qui si parla di qualcosa come mettere un ragazzino di 12 anni per la prima volta in assoluto su una vera moto e non stupirsi che vinca il campionato mondiale (anche se fino a quel momento ha giocato alla Play la fisica del moto reale non ha niente a che vedere con una simulazione!!!!!!!)
4)le torri crollano per lo stress che subisce l’acciaio alle temperature di combustione del kerosene. Ok, ammettiamo per un attimo che ciò possa succedere. Quanti piani sono stati interessati dall’incendio? Chi dice che i piani sono almeno otto perchè l’aereo è alto 16 metri non tiene conto che quella è l’altezza TOTALE del velivolo ALLA CODA. Quindi l’aereo non è TUTTO alto 16 metri! La parte più consistente dell’aero, la fusoliera, ha un diametro di soli 5,5 metri!! Inoltre dalla posizione della palla di fuoco che scaturisce dall’esplosione è stato possibile ipotizzare in che zona della struttura si siano verificati i danni iniziali e la posizione è…. LATERALE e non CENTRALE! Per cui solo la parte superiore di 30 piani dell’edificio avrebbe dovuto non COLLASSARE bensì cadere di lato lasciando l’edificio scoperchiato e orfano di 30 piani, ma in piedi! E non parliamo della torre 7, che non ha visto l’ombra di impatti, è costruita con tecniche differenti rispetto agli ai 2 edifici maggiori ma crolla nello STESSO ESATTO MODO delle altre 2 torri… 3 su 3!!! STRIKE!

Qualche considerazione sulle “dirette tv”….
a) se io sapessi in anticipo di dover riprendere un fatto così clamoroso e di doverlo manipolare per farlo sembrare diverso da ciò che è cosa farei? Uhm… vediamo un po’… Piazzerei due o tre telecamere in posti stategici, avendo così il controllo delle inquadrature e potendo preparare in anticipo una simulazione CG da poter sovrapporre all’immagine ripresa in diretta.

Per essere più sicuro del risultato (sincronizzazione dell’impatto con la simulazione, cancellazione di sbavature, regolazione dell’effetto chroma sullo sfondo ecc) mi riservo un ritardo di pochi secondi per verificare il risultato prima di darlo in pasto all’etere. Io facevo così in una piccola tv locale già nei primi anni ’90 con un software ed una scheda di acquisizione (la Movie Machine II.. se qualcuno è del mestiere ne avrà sentito parlare) IN DIRETTA!!!! Figuriamoci cosa si poteva fare nel 2001 con roba professionale e senza limiti di budget!!!!! Teniamo conto anche del fatto che tutti i “filmati amatoriali” venuti fuori in seguito sono quasi tutti realizzati da gente del mestiere. Possibile che in una giornata limpida e tersa, nel bel mezzo di New York non ci fossero almeno 2 o tremila persone armate di videocamera a far riprese? E se anche non avessero avuto la videoamera in mano, non l’avrebbero presa subito dopo il primo impatto per filmare la catastrofe in atto? E se pure non videocamere, almeno macchine fotografiche? E se non macchine fotografiche telefonini? E se non telefonini telecamere di sorveglianza? Ecc ecc ecc….
b) in alcune riprese i fondali dietro le torri non rappresentano il reale panorama della città, si vedono palazzi e ponti muoversi in sottofondo fuori sync rispetto al primo piano, i colori sono sempre alterati, le riprese sembrano fatte da principianti e con videocamere da saldi del Liddl! (continui zoom, fuori fuoco, spostamenti repentini di macchina ecc)…Alla faccia del professionismo!!!
c) infine i commenti dei giornalisti, sia in diretta che dagli studi e poi le interviste ai primi spettatori della catastrofe mettono il sospetto che quel che si VEDEVA in diretta fosse diverso dal quel che si VIVEVA in diretta….

Si saprà mai la verità? Io mi sono fatto una certa idea sia dei modi che dei motivi che hanno portato al 9/11… Ma la verità, quella chi potrà mai saperla?


Ciao mondo!!


La scelta del Re

Un Re dei territori occidentali
Le cui gesta son narrate negli annali
Tre cose avea più a cuor sopra ogni cosa:
il suo regno, i suoi averi e la sua sposa.
 
Ma udienza un giorno chiese alla sua corte
Colei che domina su tutto, Madre Morte.
“O re, che molto hai combattuto e molto hai vinto
tu, che di gloria e di onor hai il capo cinto,
 
A te solo mi rivolgo tra i mortali,
a te, che in guerra non fosti mai colpito dagli strali
ne osò ferire la tua carne alcuna spada:
Anche per te è giunta la fine della strada.
 
La prossima, mio Re, sarà l’ultima battaglia.
Cadrai sull’erba alta, tra il fiume e la boscaglia
Ma per grazia degli Dei, a cui sei caro
il passaggio all’altra vita sarà meno amaro.
 
Ti sarà concesso farti accompagnare
dalle tre cose che ti son più care.
Ma un consiglio ti do, o grande Sire
scegli con misura per non dovertene pentire!
 
L’Oltretomba non è luogo di diletto
ma fredda è come lama di stiletto,
Non brilla mai ne fiamma nè altra luce
ma è oscura come il nero della pece.
Infin la solitudine accompagnerà ogni istante
che lì trascorrerà la tua anima vagante”
 
Il Re seppur turbato dal suo dire
non perse il suo coraggio e disse “Sire,
perchè tu sei il solo re di questo Mondo
e alle terribili parole io ti rispondo
che ringrazio gli Dei del loro dono
e che al loro voler mi accingo, prono
ad obbedir, seppure questa breve vita
ormai sento sfuggire tra le dita.
 
Se fredda è l’esistenza a cui son destinato
fa che io possa esser sempre accompagnato
dal calore del viso di lei, poggiato sul mio petto
nel riposar la notte sul mio letto.
Se oscuro sarà ogni momento che vivrò
porterò la lucerna più brillante che io ho:
La luce dei suoi occhi del vedermi di ritorno,
più chiara di quella del sole a mezzogiorno
E se infine la solitudine sarà la mia compagna
mi appello alla Divinità benigna:
Ti chiedo di poter visitare la mia sposa
quando non può vedere nè sentir, mentre riposa”
 
“Tutto ciò che hai chiesto avrai,
ma ti posso dir che mai
miglior scelta è stata fatta,
volontaria oppur coatta
nè da Re nè da pezzente,
nè da santo o miscredente.
 
Anche là, nell’Oltretomba
dove un solo suon rimbomba,
pianto e grido del meschino
che ha sciupato il suo destino
con la scelta scialba e inane
di amar lussi e cose vane,
tu sarai sempre un Sovrano, perchè hai scelto con il cuore:
Hai vissuto nella gloria, vivrai sempre per l’Amore”
 
 
 

Da chi si impara

Il bimbo con la pelle rosa
gli occhi chiari ed il musetto furbo
mano nella mano col vecchio nonno
passeggia lentamente sul viale
al tramonto.
Il caldo del giorno lascia lo spazio
alla fresca brezza dell’imbrunire
mentre piccoli stralci di nuvole rosa
colorano il cielo di tenerezza.
Il chiosco dei gelati, circondato da
mille manine voraci è a portata di vista.
Il nonno immagina già il nipotino
impegnato a scegliere i gusti di
quell’innocente piacere, e tenta
di affrettare il passo.
Nel suo inconscio è come se temesse
di arrivare troppo tardi, quando
già la verde saracinesca sarà chiusa,
e sente la piccola fitta di delusione
nel cuore del bimbo, come se fosse una
sua stessa sconfitta.
Ma il bimbo rallenta.
Ha visto la lucertola che fugge
nascondendosi sotto due sassi.
Osserva incantato la forma delle nuvole
immaginando draghi, elefanti e navi volanti.
La vela che ondeggia sulle onde
del mare poco distante, lo rapisce col
suo movimento lento e costante.
I colori degli alberi sul viale son
tutti diversi!
E due bici si rincorrono felici,
adempiendo lo scopo per cui sono nate.
Il nonno:" andiamo, su! Niente gelato se tardi!"
E così percorrono l’ultimo tratto quasi di corsa.
E’ sera, ed a casa il bimbo racconta
alla mamma e al papà tutto quello che ha visto
percorrendo il viale in riva al mare.
La lucertola, le nuvole, la vela,
gli alberi e le bici in corsa.
Ma del gelato non parla.
Il nonno, dapprima deluso, alla fine
accenna un sorriso tra sè
e capisce….
Capisce che per il suo piccolo ometto
è stato più importante il viaggio della meta.
Capisce che le piccole cose che viviamo
ogni giorno valgono più dei grandi sogni
a cui tendiamo risoluti.
Capisce che lui, di strada, ne ha camminata tanta,
e in fondo, quel che ne è rimasto alla sua età,
vale ancora la pena di essere ricordato.
Lo ha capito adesso, ma anche per lui
lo scopo del viaggio è stata la strada…

Capita

 
Capita per caso, o forse per destino.
Capita in un incolore giorno qualunque.
Capita nel momento in cui non ci credi.
Capita quando deve, o forse quando può.
Capita per capriccio o per volontà.
Ma capita.
Che il caso diventi fortuna,
Che il colore riaccenda il giorno spento,
Che capisci che qualcosa ancora c’è,
Che se deve, allora può,
Che la volontà si toglie i suoi capricci,
Che, al di là di tutto,
Quella piccola, tenera, forte scintilla,
Basti a riaccendere la fiamma della speranza.
Nello specchio di due occhi,
Nel cristallo vibrante di una voce,
Nei sogni e nelle speranze di chi,
con te, ha deciso di condividere
frammenti di vita.
Capita
Per fortuna, ancora,
Capita.

Tema sull’Estate

Tema.
Parla dell’Estate
 
Svolgimento.
 
Domani, 21 giugno, è il primo giorno d’Estate.
Vediamo quali sono le caratteristiche di questa stagione. Oltre ad essere la
più calda dell’anno, è l’unica tra le quattro stagioni ad iniziare il 21
giugno e terminare il 21 settembre.
Inoltre possiede una importante caratteristica nota fin dal tempo degli
antichi Romani. Durante l’Inverno tutti si chiedono:”Ma quando arriva
l’Estate?”. Sembra infatti non arrivare mai, ma quando siamo nel pieno dei
mesi estivi, tutti commentano :”Accidenti, sembra ieri che era Natale
invece l’Estate è già qui!!” Non è un caso che la parola “estivi” derivi dal
latino “est ivi” che vuol dire “è qui”. Questi sono i mesi in cui fioriscono
i prati e gli ombelichi dai pantaloni a vita bassa. Inoltre un tipico odore
si diffonde nell’aria, soprattutto quella chiusa di autobus e treni: l’odore
di ascella. E’ anche il periodo preferito da una speciale fetta di
popolazione, i “Senza Vergogna” che, nonostante i molteplici strati di grasso
ed il colorito poco rassicurante della pelle, non disdegnano di mettersi in
mostra in appositi spazi a loro riservati, detti “Lidi” o “Spiagge”.
Questo bel periodo dell’anno porta inoltre sulle nostre tavole i doni della
natura sotto forma di cocomeri, pesche, ciliegie, albicocche, tutto a 80
centesimi.
Insomma, l’Estate per me è un bel periodo, ma spero che l’anno prossimo venga
in inverno: infatti è in inverno che fa freddo e ci sarebbe bisogno del
caldo, non adesso che fa già caldo!